Anche se il tema potrebbe sembrare scontato, penso sia bene riproporlo in ogni occasione. Non c’è paese nell’Europa occidentale in cui la malavita organizzata abbia prosperato negli ultimi anni come l’Italia. E questo è accaduto proprio negli anni in cui è caduta la cosiddetta Prima Repubblica e la vita politica è stata dominata, bisogna ammetterlo, dall’avvento al potere di Silvio Berlusconi e dal tentativi dei vari leader del centrosinistra di sconfiggerlo.

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Ebbene ecco cosa è accaduto in questi anni secondo un articolo pubblicato dall’inserto culturale de Il Sole-24 Ore a firma di Donald Sasson, storico inglese e profondo conoscitore delle vicende italiane.

“Una delle anomalie italiane è il perdurare del potere e dell’estensione del potere della criminalità organizzata in Italia, senza precedente nell’Europa occidentale e ancor più potente rispetto a ogni altro paese avanzato Giappone comprese (il potere della Yakuza non si avvicina minimamente a quello di Cosa Nostra, della Camorra e della ‘ndrangheta. (…) Finora, dai dati a nostra disposizione fra il 1993 e il 2009, il fatturato delle tre organizzazioni criminali è aumentato del 500% e questo in un momento di ristagno per l’economia italiana. E nell’aprile del 2009, il procuratore della Repubblica di Napoli Giandomenico Lepore ha dichiarato che, secondo le sue stime, circa il 30% dei politici locali sono complici della Camorra, affermazione che in qualsiasi altro paese dell’Europa occidentale avrebbe provocato uno scandalo enorme”.

Da noi, invece, non accade. Solo assuefazione?

Fonte: Repubblica 20 Dicembre