Adoro la "Commedia all'italiana" ed ho sempre desiderato condividere questa mia passione con gli amici! Mi piace parlarne ossessivamente se mi date spago... scene, registi, eventi, attori e caratteristi, poesia, odio, profumi, passato e presente. La risposta è stata spesso: "Ma daiiiii!! Ti piace quella roba? Non l'avrei detto che sei il tipo da Giovannona coscialunga o W la foca!". Infatti non lo sono (non che questi film non abbiano comunque il loro valore, Tarantino docet!).

"Commedia all'italiana" è un termine coniato in realtà dagli americani per descrivere un tipo (mal definibile come fenomeno unitario e coerente) di cinematografia italiana che si è imposta dagli anni '60. L'inizio è convenzionalmente datato appunto con l'uscita nelle sale nel 1958 de I soliti ignoti di Monicelli. Lo stesso Monicelli tuttavia riteneva impropri i tentativi di classificare il fenomeno con rigidi criteri temporali o stilistici. Egli riteneva il fenomeno "Commedia all'ltaliana"... con quella sua satira crudele racchiusa nel guscio della commediola, quell'amarezza di fondo che salva il plot dalla sciocca edulcorazione dei contenuti.... sia un fenomeno sempre presente nel nostro contesto culturale italiota! E' la riproposizione nel cinema e nei tempi moderni della  "Commedia dell'arte" dove Arlecchino (Bergamo) era il compagno di Pulcinella (Napoli) ed ogni regione aveva rappresentato una propria maschera. Come non riconoscere in quell'approccio disincantato alle cose della vita, quell'amarezza e durezza di fondo mascherata da leggerezza, l'ironia crudele, l'intelligenza vivace come mezzo di sopravvivenza alla condizione di sopraffazione, gli ITALIANI? La commedia dell'arte è il nostro vero tricolore che ha unito l'Italia ben prima dei piemontesi e del 1861, un'unione ben più solida di quella politica perché è una condivisione di modalità dell'animo, è un legame psicologico!

Mario Monicelli veniva fuori da questo, dalla migliore tradizione culturale italiana che ha saputo riproporsi  nei tempi del consumismo senza rimanerne avvelenata. Il consumismo sembra, dinanzi al nostro immenso retaggio culturale, solo come l'ennesimo "padrone" che infesta la penisola ma viene sbeffeggiato intelligentemente da Pulcinella e Arlecchino! Sono sicuro che  Pasolini evidenzierebbe questo nell'opera di Monicelli.



Avete visto? Quando parto a parlare di commedia all'Italiana..... Mi è molto piaciuta questa lista di Spinoza.it .

Sono stato veramente toccato dalla morte per suicidio di Monicelli e vi giuro che dopo l'intervento di Fazio in "Vieni via con me" e aver visto che si trattava di suicidio ho passato mezza nottata su Youtube a cercare le sue cose più belle che hanno partecipato alla mia formazione culturale e che amo. Non ho trovato tutto ma mi sono permesso di fare il mio personale collage monicelliano nel post precedente. Da grande estimatore di Monicelli ritengo la scelta di porre fine alla sua vita una decisione ben meditata da tempo e non frutto di disperazione o depressione del momento. Io correlerei il suo gesto a quello del padre che pose termine alla sua vita nel 1946. Monicelli disse a commento: « Ho capito il suo gesto. Era stato tagliato fuori ingiustamente dal suo lavoro, anche a guerra finita, e sentiva di non avere più niente da fare qua. La vita non è sempre degna di essere vissuta; se smette di essere vera e dignitosa non ne vale la pena. Il cadavere di mio padre l'ho trovato io. Verso le sei del mattino ho sentito un colpo di rivoltella, mi sono alzato e ho forzato la porta del bagno. Tra l'altro un bagno molto modesto. »

Ieri mi è venuto da pensare che oramai ritenesse di avere assolto ad ogni cosa, l'ennesimo regime instauratosi in Italia era evidentemente al crollo e, nel suo piccolo di vecchio, aveva dato un aiuto anche lui. In un'animo profondamente laico come il suo non mi meraviglierebbe poi albergasse la paura dell' "accanimento terapeutico". Lungi da me porre giudizi sulla questione ma mi sembra chiaro come la pensasse un uomo come Monicelli in tal merito anche se non ho mai sentito sue dichiarazioni su questo particolare argomento. Mi è venuto anche da pensare un'idea balzana: non è che oltre alla fine definitiva dell'epopea berlusconiana ci stesse indicando il futuro .... il futuro politico, non so nemmeno come spiegarmi, molto più "vaticaneggiante"?